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Vimala Thakar   (1921-2009)

Vimala Thakar, nata in India, manifesta sin da piccola un grande interesse per l’Assoluto. Trascorre la propria infanzia in una famiglia di profonda spiritualità; il padre le chiede la promessa, ancor giovanissima, di non accettare mai la dipendenza dall’autorità di un insegnante, presente o passato, ma di affidarsi sempre alla propria comprensione interiore.

Incontra molti maestri spirituali del suo tempo, studia filosofia orientale e occidentale all’Università di Nagpur e quando, dopo l’indipendenza, Vinôba Bhave avvia il movimento di ispirazione gandhiana Bhoodan per la redistribuzione delle terre in India, Vimala vi partecipa attivamente per dieci anni, durante i quali, camminando di villaggio in villaggio, porta un messaggio di rivoluzione non violenta in ogni angolo dell’India.

Nel 1956 l’incontro con Krishnamurti imprime una trasformazione profonda alla sua dimensione spirituale.

Dal 1962 inizia un lungo periodo di seminari e conferenze in tutto il mondo, in cui comunica in modo autentico la sua esperienza e la sua visione della vita dedicando uno spazio particolare alla natura del cambiamento interiore, per lei legato a una ricerca intensa, libera da ogni dogma e autorità esterna.

A partire dal 1989 accetta di commentare, per un piccolo gruppo di insegnanti di Yoga, alcune delle principali Upanishad, la Bagavad Ghita e gli Yoga Sutra di Patanjali, offrendo di questi scritti una penetrante visione alla luce della propria esperienza interiore.

 

Ecco un breve estratto da un seminario con Vimala Thakar:

“È importante riconoscere che non sappiamo come vivere, che dobbiamo imparare di nuovo a vivere autenticamente, liberamente, armoniosamente, con la totalità del nostro essere.

Come imparare di nuovo? Innanzitutto osservando la nostra vita; per questo si deve stabilire un contatto stretto con la totalità del proprio essere, con i propri sensi. Questo processo permette di scoprire ciò che impedisce di essere liberi, ed è l’inizio dell’arte di apprendere.

Se siamo gravati da conoscenze teoriche, da arroganza intellettuale, è possibile apprendere? Più la mente è ingombra, più questo diventa difficile.

La tendenza a possedere e l’atto di apprendere sono fra loro incompatibili. Per apprendere sono necessari il vuoto interiore e l’umiltà di ricevere”.