Avvertenza
Gli uomini vivono sapendo che la morte è al termine della strada e che non vi è alcun cammino che possa fuggire questa conclusione. Perciò il procedere dovrà compiersi nel senso contrario, e dirigersi dalla morte verso la Vita. Una Vita guadagnata durante l’esistenza, risultato di una lunga ricerca e duri combattimenti. Il passaggio per il crogiolo è necessario. E’ qualcosa di comparabile all’operazione condotta dagli alchimisti. Il risveglio dell’oro, che ogni essere cela avvolto in un magma spesso inestricabile, è liberatorio e di conseguenza apre a un’uscita dai diversi condizionamenti che tengono prigionieri il corpi, l’anima, lo spirito.
Di buon grado le tradizioni parlano della nozione di esilio dalla patria celeste. L’esistenza è dunque considerata come una via di ritorno a uno stato originale, il quale implica una costante decreazione. Perciò l’uomo è esiliato da se stesso; è assente da sé, gli è necessario apprendere a ritrovarsi nel fondo più abissale del suo essere. Quando si rivela la conoscenza del cuore, incantato l’uomo abita (sosta) nel riposo. A lungo la sua nostalgia per l’amore e per la luce resta velata, è necessario che egli apprenda a conoscersi, a sapere ascoltare la chiamata, all’interno di se stesso, del grano di senape, di riso di mostarda che vuole germogliare, crescere e che reclama il suo nutrimento come un bambino affamato piange per significare la sua presenza alla mamma che momentaneamente lo scorda.
L’uomo è propenso a credersi ‘vivente’ nella misura in cui ragiona, parla, scrive, dialoga possiede e si proietta all’esterno; ha sete di acquisire, e nell’affermarsi non cessa di paragonarsi agli altri. Talvolta soffre della sua instabilità, più sovente si accomoda al suo interno rifiutando negli altri quel gioco di alternanze che accorda a se stesso.
Un’esistenza di questo genere è larvale e dunque terribilmente limitata. Le mutazioni, fonte di metamorfosi, si mettono in atto quando l’uomo interiore nasce e scopre in se stesso la sua dimensione profonda; le energie trasfiguratrici che tiene nella sua segretezza sgorgano e divengono operanti. Nuovi sensi si formano al pari di organi sottili. Più che di acquisizioni si tratta di ‘spogliamenti’ successivi, sempre più ampi e incisivi. Il termine ‘spogliamento’ ha qui il senso di pulire, dissodare. Implica liberare una struttura iniziale; la quale è più luminosa che opaca, più armoniosa che confusa. Quando l’uomo ritrova la sua unità primordiale, trova equilibrio nel suo corpo, nella sua anima e nel suo spirito. E’ finalmente affrancato dai morsi degli avvenimenti esterni che lo rendevano prima d’ora comparabile a un relitto trascinato e costantemente sballottato dalle onde. Da qui la spossatezza del suo corpo e del suo spirito, i dubbi, le angosce, le malattie.